Spesso viene denominata “appendicite sinistra”: può essere asintomatica, come accade nella maggior parte dei casi (diverticolosi), o manifestarsi con spasmi e dolori addominali, anticipati o seguiti da gonfiore o sintomi sovrapponibili ad altre patologie del colon (diverticolite).
Così si presentano i diverticoli, ovvero delle piccole ernie della mucosa intestinale. I diverticoli sono minuscole cavità simili a piccoli sacchettini che si possono formare in molti punti dell’apparato digerente, ma principalmente nel colon. Le dimensioni possono variare da quelle di un pisello a quelle di una nocciola, interessando tutto il colon, in particolare il sigma ed il tratto discendente. Possono essere singoli ma più spesso multipli; di rado colpiscono prima dei 40 anni mentre sono una condizione piuttosto frequente sopra i 60 anni, senza grosse differenze di sesso. La maggior parte delle persone scopre di avere i diverticoli in modo del tutto casuale, nel corso di indagini radiologiche o endoscopiche del colon, effettuate per altre motivazioni.
Tra i sintomi più diffusi vi sono: la stitichezza, il meteorismo (flatulenze) e i sintomi tipici del colon irritabile. Quando uno o più diverticoli si infiamma, si accusa un dolore localizzato nel quadrante inferiore sinistro dell’addome accompagnato talvolta da febbre, nausea o vomito o anche da scariche diarroiche. Solo in rari casi i diverticoli possono andare incontro a complicazioni e dare origine a sanguinamento, a dolori addominali molto importanti e, nei casi più gravi, a perforazione intestinale con conseguente peritonite.
Tra le possibili cause della diverticolite una delle più frequenti è probabilmente una cattiva alimentazione. Essendo, infatti, lo sviluppo dei diverticoli per lo più correlato a un’alterazione della motilità intestinale, abitudini alimentari sbagliate in cui ad esempio è presente un consumo eccessivo di alimenti raffinati (carni, grassi, cibi conservati) e un basso consumo di alimenti ricchi di fibre (come frutta, verdura e legumi, cereali integrali) possono provocare un’ aumento della pressione del colon e contribuire alla formazione dei diverticoli. Una volta formatisi i diverticoli, questi si infiammerebbero a causa del ristagno di feci e batteri, causato a sua volta da una persistente stitichezza. Per questo motivo è di fondamentale importanza fare attenzione a ciò che mangiamo.
Obiettivo della dieta, quando i diverticoli non sono infiammati (diverticolosi) è la corretta funzionalità intestinale. Per favorirla basta adottare i seguenti comportamenti:
- Seguire un’alimentazione ricca di fibre per facilitare il transito delle feci senza che ristagnino nei diverticoli ed evitando quindi che essi si infiammino dando origine alla diverticolite.
- Idratare bene l’organismo, ovvero berealmeno 1 litro e mezzo di acqua al giorno.
- Eliminare e/o ridurre i grassi, soprattutto di origine animale, ma anche bevande e alimenti zuccherini.
- Cucinare magro, ovvero senza l’aggiunta di grassi. Vanno quindi privilegiate le cotture al vapore, al microonde, alla griglia o alla piastra. Sono da escludere invece la frittura e i bolliti di carne.
In caso di diverticolite invece, ovvero quando la mucosa dei diverticoli è infiammata, molto spesso si procede solitamente con una dieta liquida o semiliquida, povera di fibre che in questo caso andrebbero a peggiorare il problema, trattandosi di uno stato infiammatorio.
Vediamo quindi in linea generale quali sono gli alimenti da preferire e quali invece evitare in caso di diverticolosi, tenendo conto però che quando si soffre di queste patologie è sempre bene evitare il fai da tè, affidandosi invece ad un esperto nutrizionista per ricevere delle precise indicazioni dietetiche soprattutto per quanto riguarda il quantitativo di fibre da ingerire giornalmente.
Tra gli alimenti consigliati troviamo:
- La Verdura:con l’indicazione di apportare più fibra all’organismo. Vanno quindi privilegiati le specie più ricche: quindi asparagi, cavolfiore, carciofi, funghi, broccoli, melanzane, cicoria, patate. Ma c’è anche un altro elemento importante da non trascurare: l’acqua che aiuta ad aumentare il volume delle feci. Le verdure che la trattengono meglio sono lattuga, radicchio, sedano e carote, zucchine e cipolle. Sono indicati anche i centrifugati di verdure. Quindi per rispondere al duplice obiettivo di accumulare fibre e acqua, non solo è consigliato il consumo di almeno una porzione di verdura a pranzo o cena, cruda o cotta, ma anche di minestroni e passati di verdure, meglio se messi in tavola la sera.
- La Frutta: la scelta anche per la frutta può essere molto varia fra prugne, mele, mele cotogne, pere, arance, mandarini, albicocche e frutta secca. È preferibile consumarla cruda, con la buccia (ben lavata) e ben masticata, ma va bene anche cotta o sotto forma di centrifuga filtrata.
- I cereali: vanno alternati i cereali raffinati (pane, pasta, riso) con quelli integrali.
Alimenti consentiti con moderazione sono invece: la frutta e la verdura con semini (fragole, kiwi, frutti di bosco, fichi d’india, pomodori ecc) in quanto essendo molto piccoli possono andare a incastrarsi nei diverticoli, irritandoli, ma anche verdure con fibre molto dure e filamentose (finocchi, carciofi, fagiolini). Con moderazione vanno assunte anche le spezie piccanti (come pepe e peperoncino), i legumi consumati prevalentemente passati o centrifugati per eliminare le bucce e gli insaccati (salame, salsicce, mortadella). Fra le bevande vanno limitati: latte, bibite ricche di fruttosio o gassate, gli alcolici e superalcoolici, tè e caffè (meglio se deteinato e decaffeinato).
Consigli utili: E’ raccomandato praticare una regolare attività fisica, un po’ di ginnastica, infatti, aiuta a mantenere tonici i muscoli della parete addominale, a migliorare la motilità intestinale e a ridurre il ristagno di feci nei diverticoli. Va evitato il fumo che è nemico dei diverticoli sia quando non sono infiammati sia (soprattutto) quando sono infiammati.
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Autore
Sono Concetta (Tina) Cultrera, mi occupo di Nutrizione ed intolleranze. Presso il mio studio eseguo prestazioni di misurazioni antropometriche, valutazione del fabbisogno energetico, indagini alimentari per evidenziare eventuali abitudini alimentari scorrette, educazione e riabilitazione nutrizionale nelle obesità nelle magrezze, nelle patologie metaboliche.