Le intolleranze si possono suddividere in 3 macro gruppi:
Intolleranze farmacologiche: possono derivare da sostanze presenti in alcuni farmaci ed alimenti, come ad esempio le xantine che si trovano in caffè e tè e possono causare sintomi tra i quali tachicardia ed acidità digestiva.
Intolleranze metaboliche: nascono da carenza, o assenza, di enzimi impiegati nel metabolizzare alcuni aminoacidi. Ad esempio è molto diffusa l’intolleranza al lattosio, zucchero contenuto nel latte la quale deriva da una carenza dell’enzima lattasi. In questo caso insorgono problemi nella digestione del lattosio i quali possono causare disturbi gastrointestinali, tra cui gonfiore, dolori addominali e diarrea.
Intolleranze agli additivi chimici: di frequente presenti nei cibi che ingeriamo quotidianamente. Conservanti, dolcificanti, esaltatori di sapidità possono infatti produrre sintomi come nausea, mal di testa, dolori addominali o asma. Naturalmente ciò non significa che sia necessario evitare alimenti con conservanti o dolcificanti, impresa fra l’altro ardua, ma si tratta di un invito a prestare la massima attenzione alla comparsa dei primi sintomi per evitare di aggravare il proprio stato di salute.
Autore
Sono Concetta (Tina) Cultrera, mi occupo di Nutrizione ed intolleranze. Presso il mio studio eseguo prestazioni di misurazioni antropometriche, valutazione del fabbisogno energetico, indagini alimentari per evidenziare eventuali abitudini alimentari scorrette, educazione e riabilitazione nutrizionale nelle obesità nelle magrezze, nelle patologie metaboliche.