Gli occidentali la chiamano “Kuzu” (o “Kudzu”) mentre gli asiatici la identificano con il nome di “Pueraria montana” una pianta della famiglia dei legumi, che comprende anche ceci, fagioli, fagioli, soia, trifoglio, erba medica, carruba e acacia. Si tratta di una pianta selvatica rampicante originaria del Giappone che cresce soprattutto lungo le pendici di vulcani e montagne. È’ estremamente forte e longeva, i suoi rami possono crescere di decine di metri nell’arco di un’unica stagione e le sue radici possono svilupparsi fino a raggiungere una lunghezza ingente.
Nonostante i magnifici fiori (dal viola al blu), del Kuzu a scopi terapeutici non vengono utilizzati né i petali né la pianta, bensì le radici. Proprio da queste, infatti, si estrae un amido con il quale viene realizzata una bianchissima fecola, che ha un importante effetto alcalinizzante ed è in grado di prevenire l’acidosi soprattutto a livello di sangue e dei succhi gastrici.
Tra le proprietà benefiche del Kuzu ricordiamo le seguenti:
- acidità e bruciore di stomaco: assorbendo i succhi gastrici in eccesso, il Kuzu fornisce un immediato sollievo da dolore e bruciori e riduce le recidive in caso di ulcera blanda;
- Per il mal di testa : In Cina è stato condotto uno studio sull’utilità del kuzu nel trattamento del mal di testa. I risultati di questa ricerca suggeriscono che questa pianta può essere efficace ridurre l’emicrania.
- Per alcolismo: Storicamente, il kuzu è stato usato per trattare l’alcolismo. In particolare, si ritiene che possa essere efficace nel prevenire il consumo eccessivo di alcol e nell’aiutare a disintossicare il fegato.
- reflusso gastroesofageo: per merito delle sue proprietà antiacide, il Kuzu previene la salita dei succhi nell’esofago nonché la propagazione all’interno delle vie respiratorie;
- Per le allergie: I presunti effetti benefici del kuzu per la gestione delle allergie sembrano essere correlati ai suoi effetti antiossidanti e probabilmente anche ai suoi benefici per il sistema respiratorio.
- dissenteria e stitichezza: l’effetto “tampone” del Kuzu si estende anche all’intestino, dove è in grado di alleviare l’irritazione del Colon. Inoltre è in grado di sbloccare gli stati di Stitichezza cronica;
- per affaticamento: l’amido del Kuzu presenta anche proprietà specifiche nell’ambito del recupero dell’energia e del sano equilibrio psicofisico.
Nella cucina tradizionale giapponese, è l’equivalente della fecola di patate o amido di mais nei piatti salati, e della gelatina nei piatti dolci. Viene infatti utilizzato come addensante e vellutante per zuppe, minestre e passati di verdure. La sua consistenza cremosa, quando è diluito nell’acqua, rende le pietanze facilmente assimilabili.
Il suo gusto neutro lo rende adatto alla preparazione anche di dolci, come le gelatine di frutta e di soia, i dolcetti giapponesi chiamati mochi. Cosparso sulle verdure e sul tofu prima di friggerle, le fa diventare ancora più croccanti.
Per legare una salsa, bisogna diluire la polvere in un liquido freddo (acqua, latte, brodo) e aggiungerla alla preparazione verso la fine della cottura.
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Autore
Sono Concetta (Tina) Cultrera, mi occupo di Nutrizione ed intolleranze. Presso il mio studio eseguo prestazioni di misurazioni antropometriche, valutazione del fabbisogno energetico, indagini alimentari per evidenziare eventuali abitudini alimentari scorrette, educazione e riabilitazione nutrizionale nelle obesità nelle magrezze, nelle patologie metaboliche.