Latte e latticini nell’alimentazione dei bambini – Dr.ssa Cultrera Concetta

Latte e latticini nell’alimentazione dei bambini

 

latte-bambiniSin dalla gravidanza è importante che la mamma si prenda cura del proprio figlio attraverso un’alimentazione equilibrata che permetta un sano sviluppo del bambino. Dal punto di vista delle calorie non serve un aumento eccessivo ma è molto importante che si portino in tavola tutti i nutrienti nelle giuste proporzioni, che in alcuni casi si modificano in gravidanza.

Gli esperti della Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU) raccomandano per esempio di aumentare di 200 mg al giorno l’assunzione di calcio durante la gravidanza, passando da 1.000 a 1.200 mg/die. Senza dubbio il latte rappresenta un’ottima fonte alimentare del minerale, importante non solo per la salute di ossa e denti della mamma e del feto, ma anche per il suo effetto protettivo nei confronti dell’ipertensione in gravidanza (pre-eclampsia).

Come regolarsi dopo la nascita?

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e numerose società scientifiche raccomandano l’allattamento al seno esclusivo per i primi sei mesi di vita del bambino quando possibile. Questo perché, come ricordano anche dal Ministero della Salute, il latte materno contiene in dosi adeguate tutti gli elementi che servono allo sviluppo del piccolo. Inoltre, il latte materno rappresenta un’integrazione importante in termini di salute di madre e figlio anche dopo l’inizio dello svezzamento, ovvero il momento nel quale si comincia ad introdurre nuovi alimenti oltre al latte nella dieta del bambino. Date queste premesse, solo latti in formula appositamente studiati rappresentano sostituti accettabili del latte materno nelle prime fasi della vita.
Nei primi 12 mesi di vita il latte vaccino, seppur a volte utilizzato per motivi di costo contenuto, è decisamente controindicato a causa soprattutto dei suoi elevati livelli proteici, eccessivi per le necessità di un bambino così piccolo, ma anche per il rischio di carenze di ferro e di vitamina D. Dopo l’anno, questo alimento può essere inserito nell’alimentazione dei piccoli, facendo però attenzione a non superare i 200-400 ml al giorno per non esagerare con le proteine che in questa fascia di età dovrebbero rappresentare solo il 10% del totale delle calorie giornaliere.

Tra 1 e 3 anni di età, inoltre, è importante continuare a prestare attenzione al rischio di carenze di ferro e vitamina D, ben documentate nella popolazione pediatrica mondiale e che influiscono in modo negativo sullo sviluppo psicofisico dei bambini. Come dimostrano i risultati dello studio IDea, pubblicati sulla rivista American Journal of Clinical Nutrition, una specifica formula fortificata con ferro e vitamina D (cosiddetto “latte di crescita”) è migliore del latte vaccino nel preservare i livelli di ferro e migliorare quelli della vitamina nei piccoli in questo delicato momento dello sviluppo. Non sono invece raccomandate, ad eccezione di casi particolari identificati dal pediatra, le sostituzioni del latte vaccino con quello di altre specie animali oppure con bevande di origine vegetale.

A partire dai tre anni di vita invece le raccomandazioni relative al consumo di latte e derivati cambiano, tanto che la piramide alimentare transculturale pubblicata dalla Società Italiana di Pediatria prevede 1-2 porzioni al giorno di latte-yogurt, preferendo latte e yogurt (bianco o alla frutta) parzialmente scremati.

Uno dei principali dubbi legati a latte e derivati nella dieta dei bambini è il potenziale legame tra consumo di questi alimenti e lo sviluppo di obesità. In effetti, alcuni dati evidenziano un aumento del rischio di obesità legato al consumo eccessivo di proteine (di cui il latte vaccino è ricco) nei primi anni di vita, ma seguendo le raccomandazioni degli esperti è possibile mettersi al riparo dall’eccesso di peso.

Di contro, sono molte le ricerche che dimostrano un effetto protettivo di latte e latticini di fronte al rischio di obesità. Uno studio pubblicato sulla rivista European Journal of Pediatrics e condotto su bambini e ragazzi di età compresa tra 6 e 18 anni, mette in luce che in questa fascia di età saltare la colazione aumenta il rischio di obesità e sovrappeso, mentre consumare latte e derivati lo riduce. Alla luce di questo risultato, gli studi in cui si è osservato che il consumo di latte è indicativo dell’abitudine dei ragazzi di fare colazione non fanno altro che sottolineare l’importanza di questo alimento nella dieta in età pediatrica.


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Autore
Sono Concetta (Tina) Cultrera, mi occupo di Nutrizione ed intolleranze. Presso il mio studio eseguo prestazioni di misurazioni antropometriche, valutazione del fabbisogno energetico, indagini alimentari per evidenziare eventuali abitudini alimentari scorrette, educazione e riabilitazione nutrizionale nelle obesità nelle magrezze, nelle patologie metaboliche.

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