
Si parla tanto ultimamente del il virus West Nile (WNV) tornato all’attenzione dell’opinione pubblica e degli operatori sanitari. Di recente diversi focolai si sono registrati in varie regioni italiane.
Sorge spontaneo chiedersi quali sono i reali rischi per la filiera alimentare e soprattutto se i prodotti caseari e conservieri sono in qualche modo coinvolti o a rischio. La risposta, secondo le autorità sanitarie e scientifiche, è che non esistono rischi in quanto i prodotti dell’industria casearia e conserviera non rappresentano una via di trasmissione del virus West Nile.
Il virus West Nile è trasmesso principalmente tramite la puntura di zanzare infette. Colpisce soprattutto gli uccelli selvatici, ma può occasionalmente infettare anche cavalli e esseri umani. Nella maggior parte dei casi, l’infezione nell’uomo è asintomatica o provoca sintomi lievi simili a quelli influenzali. Solo in rari casi può evolvere in forme più gravi, soprattutto in soggetti immunodepressi o anziani.
Sul fatto che il virus possa o meno contaminare il cibo, secondo l’EFSA (European Food Safety Authority) e l’ISS (Istituto Superiore di Sanità), non esistono evidenze scientifiche che indichino la possibilità di trasmissione del virus West Nile attraverso alimenti, incluso latte, formaggi, conserve, carne o derivati.
Nel dettaglio:
- Latte e derivati caseari: anche nell’improbabile caso in cui un animale da latte venisse infettato, il trattamento termico (pastorizzazione o UHT) elimina qualsiasi rischio. I processi di trasformazione utilizzati nell’industria casearia sono efficaci nel garantire la sicurezza del prodotto finito.
- Prodotti conservieri: le conserve vegetali, i prodotti a lunga conservazione e le trasformazioni industriali sottoposte a sterilizzazione, acidificazione o salatura non costituiscono un ambiente adatto per la sopravvivenza del virus.
Il sistema agroalimentare italiano è, infatti, fortemente regolamentato e dotato di strumenti di sorveglianza e tracciabilità lungo tutta la filiera. Inoltre:
- I controlli veterinari negli allevamenti sono costanti.
- La zootecnia è soggetta a piani di monitoraggio nazionale per malattie trasmissibili.
- Le industrie casearie e conserviere rispettano rigide norme igienico-sanitarie e di autocontrollo (HACCP).
- Le autorità competenti (Ministero della Salute, ASL, IZS) sono costantemente aggiornate sulla diffusione del virus e adottano misure precauzionali mirate sul comparto produttivo alimentare.
In sintesi, il virus West Nile non rappresenta un rischio per i consumatori né per la sicurezza dei prodotti caseari e conservieri. Quindi, non è necessario preoccuparsi di cibi o bevande contaminati, ma piuttosto è fondamentale proteggersi dalle punture di zanzara, soprattutto durante le ore di maggiore attività, come alba e tramonto.
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