ISTAMINA NEGLI ALIMENTI – Dr.ssa Cultrera Concetta

ISTAMINA NEGLI ALIMENTI

istamina

L’istamina è una sostanza conosciuta da chi soffre di allergie. Il nostro corpo la produce quando entra in contatto con qualcosa a cui siamo particolarmente sensibili come un cibo, una pianta, gli acari della polvere, ecc. L’istamina si trova naturalmente presente nella gran parte degli alimenti vegetali o animali e funge da mediatore chimico in alcune reazioni del nostro organismo. Livelli molto alti di questa sostanza nel corpo fanno sì che compaiano i vari sintomi delle allergie.

Molti cibi contengono istamina, alcuni però con quantitativi maggiori di altri. Di solito un corpo sano è in grado di gestire l’istamina presente negli alimenti grazie ad un enzima che, all’interno dell’intestino tenue ,ne evita l’assorbimento. Quando però. questo enzima non svolge correttamente il suo compito, nella maggior parte dei casi perché non è in numero sufficiente a gestire l’istamina, ci troviamo di fronte ad un’intolleranza all’istamina. In questi casi è bene conoscere i cibi che ne contengono di più o quelli che ne fanno rilasciare maggiormente al nostro corpo.

I cibi che contengono più istamina

Molti alimenti contengono istamina ma il quantitativo di questa sostanza aumenta soprattutto in seguito ad alcuni trattamenti a cui vengono sottoposti i cibi. La formazione di istamina richiede infatti delle condizioni particolari per potersi sviluppare e queste sono tutte presenti nei casi in cui i prodotti vengano sottoposti a stagionatura, fermentazione, maturazione o prolungata conservazione in magazzino.

Nell’elenco dei cibi che contengono più istamina troviamo quindi: formaggi, salame e speck, vino rosso e spumante, pesce e frutti di mare, salsa di soia, ketchup e aceto, crauti, lievito ma anche alcuni ortaggi tra cui pomodori, spinaci e melanzane. Una particolare attenzione va posta nei confronti del pesce che se conservato troppo a lungo o in maniera scorretta può seriamente mettere a rischio la nostra salute in quanto eccessivamente ricco di istamina. Più pericolosi in questo senso sono quelli in scatola come tonno, sgombro, sardine e aringhe.

Cibi che fanno rilasciare al nostro corpo istamina

Esistono dei cibi a cui stare attenti in quanto anche se al loro interno contengono poca istamina, sono in grado di far rilasciare al nostro organismo questa sostanza una volta ingerititi. Tra questi ricordiamo in particolare fragole, cioccolato, funghi, ananas, noci, mandorle e in generale frutta secca, albume d’uovo, pesce, molluschi, soia, cereali integrali e alcool.

Cibi senza istamina

Se non si vuole assumere troppa istamina con la propria dieta bisognerebbe privilegiare l’assunzione di alcuni cibi freschi, cereali e pseudo cereali che non contengono istamina.

Sono consigliate le verdure come insalata, cavolfiori, broccoli, carote, aglio, zucchine, bietole, zucca, asparagi mentre come frutta si possono scegliere mele, limoni, mirtilli, prugne, ecc. Se si consumano pesce e carne bisogna sceglierli sempre nella versione fresca e non conservata o rielaborata, per quanto riguarda il latte e i latticini si possono consumare formaggi freschi e yogurt. Senza istamina sono anche patate, riso e pasta.

Sorge spontaneo chiedersi come ci si accorge di un’intolleranza all’istamina… Vi sono alcuni sintomi da tenere in considerazione e far valutare al proprio medico che, in alcuni casi, potrà consigliare una dieta terapeutica in cui l’istamina viene ridotta al minimo. Tra questi: Diarrea, Crampi addominali, Mal di stomaco, Prurito e orticaria, difficoltà a respiratorie, Naso chiuso, Asma,  Mal di testa, Irritazioni di vario genere, Prurito agli occhi e Tachicardia.

Si può tenere a bada l’istamina anche utilizzando alcuni rimedi naturali considerati appunto “antistaminici naturali”. Tra questi ricordiamo la vitamina C, i flavonoidi, gli omega 3, lo zenzero, la camomilla, il finocchio, l’aglio e la radice di liquirizia.


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Autore
Sono Concetta (Tina) Cultrera, mi occupo di Nutrizione ed intolleranze. Presso il mio studio eseguo prestazioni di misurazioni antropometriche, valutazione del fabbisogno energetico, indagini alimentari per evidenziare eventuali abitudini alimentari scorrette, educazione e riabilitazione nutrizionale nelle obesità nelle magrezze, nelle patologie metaboliche.

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