SINDROME DELL’INTESTINO PERMEABILE COSA MANGIARE E COSA EVITARE – Dr.ssa Cultrera Concetta

SINDROME DELL’INTESTINO PERMEABILE COSA MANGIARE E COSA EVITARE

intestino

L’espressione “sindrome dell’intestino permeabile” sta diventando sempre più popolare. Di fatto alla base di questa condizione vi è un aumento della permeabilità intestinale come conseguenza della distruzione delle giunzioni serrate o tight junctions. Si tratta di complessi molecolari in grado di tenere gli enterociti (le cellule che rivestono il nostro intestino) ben saldati gli uni agli altri.

L’alterata permeabilità consente alle sostanze più grandi come i batteri, le tossine e le particelle di cibo non digerito di passare attraverso le pareti intestinali e di diffondere nel flusso sanguigno. Numerosi studi hanno dimostrato che l’aumento della permeabilità intestinale può essere collegato a diverse malattie croniche e autoimmuni come il diabete di tipo 1 e la malattia celiaca.

Vediamo nel dettaglio cos’è la sindrome dell’intestino permeabile:

La sindrome dell’intestino permeabile è una condizione che colpisce il sistema digestivo. L’apparato digerente è costituito da molti organi il cui compito è quello di digerire il cibo, di assorbire i nutrienti e l’acqua ed infine di rimuovere i prodotti di scarto. Potremmo dire che la parete intestinale è dotata di una permeabilità selettiva perché il suo compito non è solo quello di lasciar passare ciò che è buono ma anche quello, non meno importante, di tenere lontano ciò che è cattivo.

Un ruolo importante è quello svolto dalle giunzioni serrate. Gli enterociti sono cellule specializzate che presentano sul lato luminale (quello che si rivolge verso il lume intestinale) una serie di recettori il cui compito è quello di assorbire le molecole non liposolubili. I grassi hanno il potere di passare direttamente attraverso la membrana cellulare ma tutte quelle molecole che non sono di natura lipidica e che non hanno uno specifico recettore percorrono lo spazio compreso tra un enterocita e l’altro. Le giunzioni serrate fanno dunque da filtro impedendo il passaggio delle particelle più grossolane ma allo stesso tempo sono state progettate per “allentarsi” in prossimità del pasto perché è opportuno che la permeabilità aumenti quando c’è da assorbire i preziosi nutrienti.

Questa modulazione della permeabilità è resa possibile dall’intervento di un enzima di recente scoperta, la zonulina. Quando però l’intestino non assolve alla sua funzione assorbitiva (nello spazio tra un pasto e l’altro) le giunzioni serrate dovrebbero essere invalicabili. Nella sindrome dell’intestino permeabile le giunzioni serrate si allentano in maniera patologica consentendo a sostanze potenzialmente nocive  di entrare nel flusso sanguigno. Sembra che sia proprio questo fenomeno a causare un’infiammazione diffusa di basso grado che è alla base delle malattie cronico-degenerative (diabete, ipertensione, demenza senile, patologie cardiovascolari).

La causa esatta della sindrome dell’intestino permeabile è un mistero. La ricerca ha dimostrato che alti livelli di zonulina sono indicativi di un’alterata permeabilità intestinale. Quando l’equilibrio tra batteri buoni e batteri cattivi si altera a vantaggio di questi ultimi la concentrazione di zonulina aumenta e la parete diviene permeabile a tutto. Fattori aggravanti sono l’uso a lungo termine di farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS) (vedi aspirina e ibuprofene) e l’assunzione cronica di inibitori di pompa protonica (meglio noti come protettori gastrici).

I cibi consentiti : Per quanto in ambito medico ci sia ancora un po’ di scetticismo sulla diagnosi di sindrome dell’intestino permeabile, gli alimenti consentiti sono tutti quelli che fanno bene al nostro microbiota, che non è altro che l’insieme di microorganismi che convivono con l’organismo umano senza danneggiarlo. Tra questi:

  • Verdure: broccoli, cavoletti di Bruxelles, cavoli, rucola, carote, cavoli, melanzane, barbabietole, bietole, spinaci, zenzero, funghi e zucchine.
  • Radici e tuberi: patate, patate dolci, zucca e rape.
  • Frutta: cocco, uva, banane, mirtilli, lamponi, fragole, kiwi, ananas, arance, mandarino, limone, lime, frutto della passione e papaia.
  • Semi germogliati: semi di chia, semi di lino, semi di girasole e altro ancora.
  • Grani senza glutine: grano saraceno, amaranto, riso (marrone e bianco), sorgo e avena priva di glutine.
  • Grassi sani: avocado, olio di avocado, olio di cocco e olio extravergine di oliva.
  • Pesce: salmone, tonno, aringa e altri pesci ricchi di omega 3.
  • Carni e uova: tagli magri di pollo, manzo, agnello, tacchino e uova.
  • Erbe e spezie: tutte le erbe e spezie.
  • Frutta a guscio: frutta secca a guscio come arachidi, mandorle, noci, nocciole.

 

I cibi vietati: gli alimenti da evitare sono tutti quelli che danneggiano il nostro microbiota nativo.

  •  Carni lavorate: salumi, salumi, pancetta, hot dog, ecc.
  • Prodotti da forno: torte, muffin, biscotti, torte, dolci e pizza.
  • Snack: cracker, barrette di muesli, popcorn, salatini, ecc.
  • Cibo spazzatura: fast food, patatine, cereali zuccherati, barrette di cioccolato, ecc.
  • Latticini: latte, formaggi e gelati.
  • Oli raffinati: oli di colza, girasole, soia e cartamo.
  • Dolcificanti artificiali: aspartame, sucralosio e saccarina.
  • Bevande: alcol, bevande gassate e altre bevande zuccherate.

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Autore
Sono Concetta (Tina) Cultrera, mi occupo di Nutrizione ed intolleranze. Presso il mio studio eseguo prestazioni di misurazioni antropometriche, valutazione del fabbisogno energetico, indagini alimentari per evidenziare eventuali abitudini alimentari scorrette, educazione e riabilitazione nutrizionale nelle obesità nelle magrezze, nelle patologie metaboliche.

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