
Con il termine malattie autoimmuni si identifica un complesso insieme di patologie correlate con un’errata attivazione del sistema immunitario, in particolare nei confronti di tessuti sani dell’organismo, portando ad infiammazione e distruzione. Questo attacco è mediato dalla produzione di anticorpi: essi non riconoscono uno specifico tessuto come appartenente al corpo e provocano danno e disfunzione.
Alcuni studi hanno dimostrato che è possibile ridurre lo sviluppo e l’incidenza delle malattie autoimmuni grazie alla regolazione della risposta immunitaria e alla rigenerazione dei tessuti colpiti. Le malattie autoimmuni possono, infatti, interessare diversi tipi di tessuti come ad esempio: pelle, mucose, vasi sanguigni, ghiandole endocrine, articolazioni e globuli rossi.
Le principali malattie autoimmuni sono:
- Artrite reumatoide: una malattia autoimmune che colpisce le articolazioni provocando infiammazione.
- Sclerosi multipla: colpisce il sistema nervoso centrale, danneggiando in particolare la guaina mielinica che ricopre le fibre nervose.
- Tiroidite di Hashimoto: colpisce la tiroide ed è una delle principali cause di ipotiroidismo.
- Celiachia: malattia autoimmune che porta ad una distruzione autoimmune dei villi intestinali.
A queste si aggiungono il Morbo di Addison, Anemia perniciosa, la Lupus Eritematoso Sistemico (LES) e il Diabete tipo I patologia autoimmune che attacca il pancreas e provoca una distruzione delle cellule beta, con successiva assenza di produzione di insulina.
Le malattie autoimmuni sono considerate malattie rare anche se la loro incidenza è in aumento nella popolazione. Un esame importante nella diagnosi delle malattie autoimmuni è la ricerca di fattori che possono indicare uno stato infiammatorio. Due mediatori importanti a tal proposito sono la VES, velocità di eritrosedimentazione, e la PCR, proteina C reattiva prodotta dal fegato in risposta ad uno stato infiammatorio. In base poi al tipo di malattia autoimmune si possono effettuare biopsie per l’analisi istologica e altri esami utili per analizzare la malattia.
Assume un ruolo fondamentale per la cura delle malattie autoimmuni l’alimentazione. La ricerca ha permesso di strutturare un protocollo autoimmune in grado di prevenire e ridurre la sintomatologia correlata con queste condizioni. Questo protocollo si basa su una dieta dove vengono eliminati alimenti specifici, additivi alimentari, emulsionanti e alimenti associati con la dieta occidentale. Una dieta sbilanciata come quella occidentale, ricca di grassi saturi, grassi lavorati, zuccheri semplici, e povera di fibra e carboidrati complessi, può fornire il fattore ambientale che nel tempo può portare a sindrome metabolica e malattie cardiovascolari.
Questo protocollo prevede, inoltre, il consumo di alimenti con una densità calorica inferiore come: alimenti integrali, ortaggi, frutta, acidi grassi mono e poli insaturi, carne e prodotti non trasformati.
Infine è possibile affermare che l’alimentazione da consigliare per le malattie autoimmuni dipende strettamente dal tipo di patologia, andando a valutare prima di tutto il tipo di trattamenti antinfiammatori e immunomodulatori a cui il paziente è sottoposto.
Giocano senz’altro un ruolo importante mantenere uno stile di vita salutare e un’alimentazione bilanciata, priva di eccessi calorici e correttamente distribuita fra i vari macronutrienti.
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Sono Concetta (Tina) Cultrera, mi occupo di Nutrizione ed intolleranze. Presso il mio studio eseguo prestazioni di misurazioni antropometriche, valutazione del fabbisogno energetico, indagini alimentari per evidenziare eventuali abitudini alimentari scorrette, educazione e riabilitazione nutrizionale nelle obesità nelle magrezze, nelle patologie metaboliche.