LA VITAMINA K E LA COAGULAZIONE DEL SANGUE – Dr.ssa Cultrera Concetta

LA VITAMINA K E LA COAGULAZIONE DEL SANGUE

La vitamina K è un nutriente liposolubile che si trova in diversi alimenti. La sua forma principale è suddivisa in due categorie: la vitamina K1  e la vitamina K2. 

La K1 è presente soprattutto in verdura a foglia verde come spinaci, cavoli, broccoli, cavolfiori e lattuga, ma è reperibile anche negli oli vegetali come quello di soia e d’oliva. Per chi segue una dieta basata su alimenti vegetali o per chi semplicemente non mangia carne o derivati animali, il tofu e altri prodotti a base di soia offrono una fonte di vitamina K1.Anche i cereali integrali come il farro e la quinoa contengono questa importante vitamina. 

Per quanto riguarda la K2 la si può trovare facilmente in piatti ricchi di proteine come carne di manzo, pollo e uova, soprattutto il tuorlo. Allo stesso tempo anche il pesce grasso come il salmone, il tonno e le sardine offrono una buona quantità di essa. 

Il  ruolo principale della Vitamina K  

Questo nutriente svolge un compito fondamentale nella coagulazione del sangue, contribuendo a formare protrombina e altri fattori coagulanti. Questa proprietà è particolarmente rilevante per gli atleti, in quanto aiuta a prevenire sanguinamenti e garantisce una pronta guarigione in caso di ferite. Tuttavia, la vitamina K va oltre la sua funzione coagulante. Essa, infatti, occupa un posto importante nella salute delle ossa, stimolando la produzione di proteine legate al calcio. Questo è un aspetto essenziale per gli sportivi, poiché la robustezza ossea è necessaria per resistere agli impatti fisici e prevenire lesioni.

Una mancanza di questo nutriente nel nostro organismo può impedire la corretta coagulazione e quindi espone al rischio di sanguinamenti, che possono variare nell’entità da persona a persona. Vista la sua importanza in questo processo, la vitamina K viene anche somministrata per ridurre le perdite di sangue dopo alcune operazioni, così come prima del parto per prevenire forti emorragie.

Poiché è presente in molti alimenti e anche nella produzione batterica dell’intestino, come abbiamo visto, è molto difficile che si verifichi una carenza di questo nutriente. Ci sono, però, dei casi particolari in cui può accadere, per esempio in presenza di patologie da assorbimento, di trombosi venosa, di cardiopatia o di alterazione della bile. Nei neonati, in particolare, la carenza può verificarsi poiché il latte materno non ha molta vitamina K, ed essa non passa attraverso la placenta.


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Autore
Sono Concetta (Tina) Cultrera, mi occupo di Nutrizione ed intolleranze. Presso il mio studio eseguo prestazioni di misurazioni antropometriche, valutazione del fabbisogno energetico, indagini alimentari per evidenziare eventuali abitudini alimentari scorrette, educazione e riabilitazione nutrizionale nelle obesità nelle magrezze, nelle patologie metaboliche.

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