Spesso ci chiediamo se il cibo scaduto possa o meno essere consumato, in realtà a seconda del tipo di scadenza e in base al tipo di alimento, non è detto che i cibi scaduti debbano sempre essere buttati tra i rifiuti.
Nella maggior parte dei casi si legge la dicitura “da consumarsi entro”, seguita dalla data. Questa dicitura viene obbligatoriamente riportata sulle confezioni dei prodotti alimentari preconfezionati che vanno incontro a una rapida deperibilità quali, per esempio, carni fresche, formaggi freschi, latte e prodotti lattieri freschi, pasta fresca, ecc. Se la data di scadenza viene superata, il consumo dell’alimento può essere pericoloso per la salute a causa della proliferazione di batteri.
Nel caso, invece, di prodotti alimentari non soggetti a rapida deperibilità, si trova negli alimenti la dicitura “da consumarsi preferibilmente entro” seguita dal cosiddetto termine minimo di conservazione che indica fino a quando un alimento mantiene, se conservato adeguatamente, le sue specifiche caratteristiche.
Per alcuni alimenti come frutta e verdura l’indicazione del termine minimo di conservazione non è obbligatorio.
Ad ogni modo la data di scadenza è sicuramente importante ma vi sono alcuni alimenti che possono essere consumati oltre la data di scadenza tra cui:
- Latte fresco: Per il latte fresco pastorizzato la data di scadenza è fissata, per legge, al sesto giorno dal trattamento termico, mentre si sale a 10 giorni per il latte microfiltrato pastorizzato. Oltre queste date il consumo non è consigliabile.
- Yogurt : Gli yogurt possono essere consumati fino a 6 o 7 giorni dopo la data di scadenza; le loro proprietà nutritive risulteranno però ridotte mentre le proprietà organolettiche rimangono quasi invariate.
- Salumi affettati : I salumi affettati e confezionati vanno consumati entro la data di scadenza indicata sulla confezione. Andare oltre è decisamente sconsigliato perché si rischiano tossinfezioni.
- Conserve sottaceto :Questa tipologia di alimento ha scadenze variabili da 2 a 3 anni; non vi sono problemi se tali alimenti vengono portati in tavola entro due mesi dalla scadenza.
- Formaggi :Per i formaggi freschi è meglio seguire la data di scadenza, per quelli stagionati si può formare della muffa, che basta togliere.
- Uova: Le uova dovrebbero venir consumate al massimo nei 3 giorni successivi alla data di scadenza; se fritte si possono consumare al massimo entro una settimana dalla data di scadenza.
- Pasta secca e riso : Di norma questi prodotti hanno una scadenza che varia dai 2 ai 2 anni e 6 mesi; anche se consumati qualche mese dopo non creano alcun tipo di problema.
- Pesce e piatti surgelati :Per i surgelati, il consumo in genere non crea problemi nei due mesi successivi alla data di scadenza. Con alcune eccezioni: i gamberetti surgelati, ad esempio, se scaduti non vanno assolutamente consumati crudi per il rischio di listeriosi.
- Biscotti secchi e cracker :perdono le loro caratteristiche organolettiche e perdono di consistenza.
- Olio: Gli oli di ottima qualità possono essere consumati fino a 8 mesi dopo la data di scadenza con una minima perdita delle proprietà organolettiche.
- Conserve di pomodoro : Le conserve di pomodoro hanno scadenze variabili dai 12 ai 20 mesi; il consumo entro due mesi dalla scadenza non crea alcun problema.
E’ fondamentale conservare bene i cibi e fare attenzione a muffe, parti marce e cattivi odori in quanto sono un indicatore chiaro che il prodotto non è commestibile.
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Autore
Sono Concetta (Tina) Cultrera, mi occupo di Nutrizione ed intolleranze. Presso il mio studio eseguo prestazioni di misurazioni antropometriche, valutazione del fabbisogno energetico, indagini alimentari per evidenziare eventuali abitudini alimentari scorrette, educazione e riabilitazione nutrizionale nelle obesità nelle magrezze, nelle patologie metaboliche.